Avv. Lina Caputo, Patrocinante in Cassazione |
Il fenomeno del Cyberbullismo si inserisce in un contesto di emancipazione in cui, se non siamo ancora riusciti a creare il teletrasporto, ci siamo andati molto vicino, annullando quasi completamente le distanze comunicative tra gli individui.
Ci siamo riusciti creando una piattaforma sensazionale quale è Internet.
Come tutte le cose belle e nuove, Internet non poteva esimersi dall’ammalarsi e il Cyberbullismo è uno degli effetti malati dell’utilizzo sbagliato di internet, in grado purtroppo di trasformare uno strumento di avvicinamento tra le persone in un’arma diabolica.
Anche il cinema si è preoccupato del fenomeno, che si sta allargando a macchia d’olio, ed infatti qualche mese fa è stato proiettato al cinema Infernet, un film con Ricky Tognazzi, Remo Girone, Roberto Farnesi, Andrea Montovoli e con la regia di Giuseppe Ferlito. E’ un film che consiglio a tutti coloro che come me appartengono alla generazione delle cabine telefoniche, delle lettere da imbucare, delle telefonate a casa, una generazione libera: il film ricalca, in maniera talmente violenta quanto vera, quello che i giovani sono costretti a subire a causa di una malata utilizzazione di Internet.
Esattamente ciò da cui noi adulti dobbiamo proteggerli.
E infatti, il problema più grosso in Italia è che manca una Legge a tutela dei minori dal Cyberbullismo.
Abbiamo, in realtà, una proposta di legge, approvata di recente dalla Camera e in attesa di approvazione da parte del Senato che rappresenta un primo tentativo da parte del legislatore di, innanzitutto, riconoscere il fenomeno e, poi, di tutelare concretamente i minori.
La legge chiaramente si preoccupa dell’aspetto punitivo del fenomeno, quando a monte sarebbe necessaria un’attività forte di educazione dei giovani.
Fondamentale è la cura, per una malattia, come indispensabile è anche la prevenzione. E il fenomeno del cyberbullismo deve essere prevenuto.
Come?