venerdì 5 agosto 2016

120 anni dall’inizio dei giochi, un viaggio sempre attuale

Sono trascorsi 120 anni da quel giorno di aprile del 1896 quando Re Giorgio I di Grecia pronunciò, dal palco d’onore dello stadio “Panaellenico” di Atene gremito di persone, la formula di rito che dichiarava aperti i primi Giochi olimpici dell’era moderna. Oltre un secolo dalla realizzazione del sogno del barone francese Pierre de Coubertin di veder “risorgere” il mito di Olimpia; e dopo tanto tempo, eccoci, tutti pronti ad assistere a Rio 2016, e al rinnovarsi della magia a cinque cerchi, ad incitare i nostri beniamini, sostenendo soprattutto, con un pizzico di tenerezza, coloro che si accontenteranno di soddisfare il famoso motto secondo cui l’importante non è vincere, ma partecipare.
Al grido del motto olimpico “Citius!, Altius!, Fortius!” (più veloce, più alto, più forte) andiamo quindi ad iniziare questo viaggio nel tempo, questa avventura che ci condurrà alla scoperta di brevi aneddoti legati alle Olimpiadi e ai suoi personaggi, per meglio immergersi nel clima olimpico.

In 17 tappe “Olimpia racconta” si propone di riportare a galla dal famoso “scrigno della memoria”, un aneddoto, un avvenimento legato ad una certa edizione dei Giochi olimpici, non dimenticando di inquadrare il contesto storico di riferimento…
Quindi, siete pronti per questa avventura? Si parte, a ritroso nel tempo, alla scoperta dell’affascinante mondo olimpico. Il nostro viaggio a cinque cerchi inizia nel 776 avanti cristo.
Era convinzione diffusa, nell’antica Grecia, l’importanza dell’esercizio fisico il cui compito principale doveva essere innanzitutto quello di forgiare una gioventù forte e robusta, pronta a sostenere le fatiche della guerra e le ardue battaglie della vita.
In tale ottica vedono la luce i primi giochi sportivi e le prime gare attraverso cui si ritiene sia possibile irrobustire adeguatamente la gioventù greca sia nel corpo che nella mente. È così che nascono nella Grecia antica svariati Giochi, detti “Panaellenici”. Tra questi i Giochi Pitii celebrati con cadenza quadriennale a Delfo in onore di Apollo, o i Giochi Nemei organizzati ogni due anni a Nemea in onore di Ercole che uccise un leone che infestava la foresta Nemea, o ancora i Giochi Istmici, indetti ad Istmo in onore del dio del mare Nettuno.
Secondo la leggenda, nel 784 a. C. Pelope Re di Efito per celebrare la salvezza dal supplizio ottenuta da Giove, decide di indire dei Giochi consacrati al dio Zeus, stabilendo che si sarebbero svolti nei pressi della città di Olimpia. Nascono così le Olimpiadi, la cui prima edizione si tiene in un’unica giornata nel 776 a.C con la sola gara di corsa – disputata sulla distanza di uno stadio (circa 192,27 m) – che vede il successo di un certo Coroibo di Elis che diventa così il primo campione olimpico in assoluto.
Il successo delle Olimpiadi è tale che si decide di ripeterle ogni quattro anni; già dalla seconda edizione aumenta il numero di competizioni oltre alla corsa campestre, vengono introdotte anche le corse dei carri e dei cavalli, i lanci del disco e del giavellotto, il salto in lungo e in alto, il pugilato e la lotta simulata denominata Kratos. Le Olimpiadi erano vietate alle donne, esse non potevano assistervi o parteciparvi. I fanciulli dai 12 ai 16 anni potevano partecipare alle corse, ai lanci e ai salti. I vincitori erano premiati con una corona d’ulivo e guadagnavano una grande fama.
Finisce qui la prima puntata di “OIimpia Racconta”, domani il nostro viaggio a cinque cerchi continua con l’epopea di Carlo Airoldi. Buon divertimento con Rio 2016 e vinca il migliore…
Fabrizio Silvestri

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