domenica 21 agosto 2016

Spirito decoubertiano

Ultimo giorno di Rio2016, oggi assisteremo alle ultime gare in programma e la cerimonia di chiusura dove la fiamma olimpica si spegnerà definitivamente nel braciere di Rio per tornare ad ardare tra quattro anni in Giappone A Tokyo 2020.
In questa edizione, così come nelle precedenti ogni atleta ha onorato lo spirito Decurbertiano delle olimpiadi che ogni volta si rinnova nella famigerata frase “L’importante non è vincere, ma partecipare”. E a proposito di questa frase, anche se tutti l’attribuiscono al barone francese Pierre de Coubertin, in realtà fu enunciata nel 1908 dal vescovo anglicano Ethelbert Talbot della diocesi di Pennsylvania nel corso della cerimonia tenuta nella cattedrale di Saint Paul di Londra in onore dei partecipanti ai Giochi Olimpici di Londra. Al di là della “paternità” della suddetta -frase, questo “motto” è perfetto per fare una sintesi di quanto avvenuto all’edizione messicana dei Giochi nel 1968.

Citta del Messico, Il pubblico sta già abbandonando lo stadio dove Wolde, Kimihara e Ryan – i primi tre classificati nella maratona – hanno appena ricevuto le loro medaglie, quando un operatore della tv scorge sul lungo viale di accesso allo stadio una figura che sta correndo. Dopo oltre un’ora dall’arrivo del vincitore, ecco fare il proprio ingresso nello stadio un atleta a dir poco “malconcio”; maglia gialla, pantaloncini verdi e numero 36 sul pettorale. Addosso ha sangue seccato, il ginocchio destro fasciato in modo approssimativo, una spalla piegata verso il basso. Davanti agli increduli spettatori rimasti, fa la propria comparsa in pista per gli ultimi metri della maratona, John Stephen Akhwary, atleta tanzaniano che intende onorare sino in fondo il motto “decoubertiano”.
Giunto sul traguardo Akhwary è stremato, a chi gli chiede perché non si fosse ritirato viste le proprie condizioni risponde: «Il mio paese non mi ha mandato qui, a 5 mila miglia da casa perché mi ritirassi, mi ha mandato perché finissi la gara».
Fabrizio Silvestri – Giovanni Fenu

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