giovedì 11 agosto 2016

Disorganizzazione olimpica

Oggi torniamo a parlare delle prime edizioni delle olimpiadi moderne, la fiamma olimpica partita da Atene nel 1896 si avvia verso il nuovo millennio inciampando nella disorganizzazione olimpica francese e americana.
Una volta archiviata l’edizione ateniese del 1896 e messo in soffitta il XIX secolo, ecco che il Novecento si apre ospitando la seconda edizione delle Olimpiadi moderne, in una Parigi dei café-chantant, del Post-Impressionismo e della Belle Époque. Il giornalista sportivo francese Gaston Meyer un giorno affermò: «È un miracolo che l’olimpismo sia sopravvissuto ai Giochi del 1900 a Parigi»; ed effettivamente dopo l’edizione ateniese del 1896, sia nel 1900 in Francia che nel 1904 a St. Louis (USA) le Olimpiadi non brillarono per efficacia e organizzazione.
Inglobati all’interno delle manifestazioni per l’Esposizione Universale, i giochi olimpici di Parigi finirono col vederne ridotte l’importanza e la visibilità. La durata delle gare, che in Grecia fu di circa dieci giorni, in terra francese si protrae per ben cinque mesi, dal 20 maggio al 28 ottobre. Il disinteresse dei parigini per i Giochi si evidenzia in una carenza di infrastrutture che portano le gare di corsa a disputarsi in un ippodromo e quelle di nuoto nella Senna. Ancora peggio va ai lanciatori del disco – che gareggiano in un parco pieno di alberi – e ai cavallerizzi che finiscono col darsi “battaglia” in una via del centro di Parigi.
Meglio non va, nel 1904, a St. Louis, in Louisiana. Inglobati nuovamente all’interno del programma di un’Esposizione – la Louisiana Purchase Exposition – i Giochi risentono nuovamente di una gestione approssimativa. Durata infinita (dal I luglio al 29 ottobre), infrastrutture non all’altezza e pochi atleti provenienti dall’Europa a causa del lungo viaggio da affrontare (su 496 atleti, ben 432 sono statunitensi), pochi spettatori (una media di 2.000 a gara) tanto che non si può dare torto a Stefano Jacomuzzi quando dichiara, in merito all’edizione del 1904, che: «I visitatori della Louisiana Purchase Exposition sembravano più attirati dal trenino che percorreva i vari padiglioni che dalle gare».
Fabrizio Silvestri – Giovanni Fenu

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